Galleria Ricci Oddi foto aerea

La Galleria d’Arte Moderna

In questa sezione sono contenute tutte le informazioni che consentono di ricostruire la storia della Galleria d’arte moderna, intrecciando le vicende del suo fondatore e della sua collezione privata di opere d’arte.

Giuseppe Ricci Oddi

Al centro sta la figura di Giuseppe Ricci Oddi, con la sua formazione, le amicizie importanti, la vicinanza all’arte, la decisione di creare la Galleria facendo confluire in uno spazio pubblico le opere della propria collezione.

La storia della Galleria

La storia della Galleria d’arte moderna trae origine dalla vicenda privata del collezionista, che inizia a costituirla per gusto personale. Solo dopo anni Ricci Oddi ritiene doveroso creare una struttura pubblica nella quale collocare le opere, nell’ottica di una crescita continua della raccolta.
La storia della collezione è inscindibile da quella dell’edificio, costruito ugualmente per volontà di Giuseppe Ricci Oddi. Il desiderio di trovare un’adeguata collocazione alle opere d’arte dà così origine ad un’architettura d’eccezione, appositamente pensata, progettata e realizzata.

L’inaugurazione del 1931

La Galleria Ricci Oddi venne inaugurata I’ll ottobre 1931, in assenza del donatore, troppo schivo per prendere parte alla cerimonia a cui parteciparono i principi di Piemonte, Umberto e Maria José di Savoia.

Negli anni successivi continuarono gli acquisti, a cui provvedeva direttamente il fondatore (sono decine di opere, tra le quali emerge Donne in barca di Felice Casorati, dalla Biennale del 1934).

Alla morte di Giuseppe Ricci Oddi, nel 1937, si scoprì che egli aveva lasciato al suo museo quasi tutto il denaro liquido, le azioni e persino i gioielli di famiglia per consentire la gestione e il continuo arricchimento della raccolta (la svalutazione della lira dopo la seconda guerra mondiale rese vano il capitale, impiegato in titoli di stato).

Galleria Ricci Oddi inaugurazione
Galleria Ricci Oddi inaugurazione esterno

Continuarono gli acquisti, spesso alla Biennale di Venezia, e le donazioni, a volte da parte degli stessi artisti: valga il caso di Filippo De Pisis, che nel 1937 offrì lo splendido Vaso di fiori con pipa appena dipinto.

Durante la guerra le opere più importanti vennero custodite nel castello di Torrechiara (Parma) ma l’istituzione cercò di far sentire comunque la sua presenza tanto che nel febbraio dei 1945 si aprì, nei locali deserti, una mostra d’arte contemporanea.

Dal 1947 la Galleria fu ancora visitabile e venne arricchita di nuove opere, anche se le ridotte disponibilità finanziarie non permisero di procedere con una politica degli acquisti in grado di tenere il passo con l’evoluzione del mondo dell’arte.